San Francesco di Sales celebrato in Santa Maria Immacolata a Varese

San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è stato celebrato questa mattina, sabato 20 Gennaio, nella parrocchia di Santa Maria Immacolata (Biumo Superiore), dal parroco don Carlo Garavaglia che ha dedicato l’Eucaristia ai presenti e ai loro famigliari.

Il vicario episcopale di Varese monsignor Franco Gallivanone e il prevosto monsignor Luigi Panighetti non hanno potuto essere presenti perché, insieme a numerosi altri sacerdoti, hanno partecipato, nel duomo di Milano, al funerale di monsignor Giovanni Giudici, vescovo emerito di Pavia, morto a Varese giovedì 16 Gennaio.

Al Termine della Messa il Parroco ha avuto l’amabilità di ringraziare i presenti per il messaggio raccolto nel corso dell’incontro, svoltosi nel salone dell’oratorio messo da lui stesso a disposizione, prima della celebrazione eucaristica.

Vi sono riconoscente – ha detto don Garavaglia – per tre precise ragioni: la mitezza con cui i relatori e il pubblico si sono espressi questa mattina; la profondità della ricerca delle notizie da diffondere che ho percepito quanto stia a cuore a voi giornalisti; la missione dell’inviato che registra fatti da offrire e condividere con i lettori.

Una figura, quella dell’inviato, che, a certe condizioni, potrebbe configurarsi come un vero e proprio “annunciatore della Buona Novella”.

Secondo una collaudata formula già sperimentata in passato e promossa dal direttore di Radio Missione Francescana, padre Gianni Terruzzi, per la celebrazione di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è stato organizzato un incontro su un tema d’attualità strettamente legato al mondo dell’informazione.

Quest’anno l’argomento scelto è stato sintetizzato nel provocatorio titolo: “Esisterà ancora l’informazione nel 2050?”. A svilupparlo sono stati chiamati Alessandro Zaccuri, direttore comunicazione dell’Università Cattolica, Maurizio Crippa, vice-direttore de “Il Foglio”, Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, coordinati e moderati da Gianfranco Fabi, già v.direttore de “Il Sole24Ore”.

In sintesi tutti i relatori hanno posto l’accento sulla “vexata quaestio” dell’intelligenza artificiale, non tanto per la riduzione di posti di lavoro che certamente provocherà, ma per il pericolo sulla libertà delle persone che potrà generare se a governarla saranno soggetti malvagi.

Rete e social media stanno già dimostrando i loro effetti negativi quando male utilizzati. Immaginiamo i danni che l’intelligenza artificiale potrà causare se gestita da quella parte di Deep State che da anni è impegnato a sostenere il transumanesimo.

Quanto al quesito “esisterà ancora l’informazione nel 2050?” i relatori non hanno avuto dubbi: «Sì», hanno risposto all’unisono, «finché ci saranno autonome teste pensanti desiderose d’informarsi, di conoscere e di capire che cosa accade attorno a loro».

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